I vigili del fuoco sono giunti su segnalazione del titolare del piccolo ristorante, mentre il fuoco divorava tutta la vegetazione circostante.
Un grosso incendio si è sviluppato questa sera sulla costa di Carovigno, in località Pantanagianni, interessando una vasta estensione di macchia mediterranea, alle spalle del cordone dunario sul lato sud-est della spiaggia del villaggio costiero, e di un ristorante.
I vigili del fuoco sono giunti su segnalazione del titolare del piccolo ristorante, mentre il fuoco divorava tutta la vegetazione circostante. Si tratta di un incendio doloso o colposo.
Non va dimenticato che poco distante si trova la struttura di ristoro – all’interno di una pineta sempre alle spalle delle dune – data alle fiamme da ignoti e appartenente al costruttore e proprietario di strutture turistiche Nicola Semeraro, consigliere comunale uscente di Carovigno e già vicesindaco in passato. Non si può affermare al momento che vi possa essere un collegamento tra i due incendi. Quello di questa sera si è esteso anche al canneto della piccola zona umida retrostante, che ospita frequentemente esemplari di aviofauna migratoria. Il danno ambientale è testimoniato dalle foto.
Ma le fiamme si sono avvicinate anche alla struttura del ristorante, lambendola, obbligando i vigili del fuoco del distaccamento di Ostuni a spostarsi anche in difesa del locale. Il vento al momento dell’incendio non aveva per fortuna un a intensità apprezzabile, altrimenti il problema avrebbe assunto proporzioni maggiori: infatti la provenienza da nord-est ha spinto il fuoco dalle dune verso il centro del canneto, distruggendo la macchia. Il luogo conserverà a lungo la brutta cicatrice lasciata dal fuoco: se infatti in canneto ricresce in poco tempo, la stessa cosa non si può dire per la macchia mediterranea e le tamerici, totalmente bruciate dalle fiamme.
Pantanagianni subisce incendi ogni anno. Sino a questa sera il punto maggiormente interessato dai roghi è stata la lama centrale che divide in due l’insediamento di abitazioni turistiche (vi si trova anche un camping), a sua volta occupata da un fitto canneto. Il luogo è storicamente una zona umida lo suggerisce il nome che vuole dire pantano, palude, poi snaturato da massicci interventi edilizi e dalla privatizzazione di quasi tutta la spiaggia. Più volte queste criticità sono state segnalate e denunciate dal circolo di carovigno di Legambiente, ma le manutenzioni e le attenzioni attorno a questa zona sono molto limitate.
Va detto, inoltre, che questa sera e per l’intero pomeriggio le squadre dei vigili del fuoco del comando provinciale del capoluogo e dei distaccamenti di Francavilla Fontana e Ostuni sono state costantemente impegnate per domare inncendi di erbe secche, macchia e alberi in tutto il Brindisino. Un grande dispnedio di energie e risorse per far fronte all’incuria umana, alle violazione delle ordinaze sindacali, al teppismo e non poche volte ad atti criminali.