Sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, nonché di reati in materia di armi e contro il patrimonio.
Importante il ruolo svolto da una donna 47enne, madre di un 22enne entrambi arrestati, che ha coadiuvato attivamente le illecite attività del figlio, provvedendo ad incassare i proventi dello spaccio, a recuperare i crediti derivanti dalle cessioni di stupefacente, ed avvisare il figlio della presenza dei carabinieri nei pressi della sua abitazione. Sventata nel corso dell’attività la probabile commissione di un omicidio. Impiegati quasi 200 carabinieri, un elicottero e unità cinofile.
Dall’alba di questa mattina, in Carovigno (BR) e Mesagne (BR), Carabinieri della Compagnia di San Vito dei Normanni (BR), collaborati nella fase esecutiva da personale del Comando Provinciale di Brindisi e dell’11° Reggimento “Puglia”, nonché da un elicottero del 6° elinucleo e da unità cinofile stanno dando esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare – emessa dal GIP del Tribunale di Brindisi su richiesta della locale Procura della Repubblica – nei confronti di 15 soggetti (6 in carcere e 9 ai domiciliari), ritenuti responsabili, a vario titolo, di concorso in detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, nonché di reati in materia di armi e contro il patrimonio (prevalentemente furti in abitazione).
L’attività investigativa condotta dal luglio al novembre 2017, trae origine da due attentati incendiari commessi ai danni di due imprenditori di Carovigno, presumibilmente a scopo estorsivo.
Le investigazioni hanno anche consentito di:
– impedire la commissione di un probabile omicidio, in quanto i Carabinieri hanno recuperato preventivamente nell’agosto 2017 un fucile a canne mozze e il relativo munizionamento, occultati nelle campagne di Carovigno, poco prima che l’arma venisse utilizzata da alcuni degli arrestati per compiere una spedizione punitiva nei confronti di un pregiudicato della zona, che aveva avuto un violento alterco con altro soggetto anch’esso pregiudicato. L’arma, chiamata dagli indagati “la piccenna” (la piccola), è un fucile da caccia del tipo semiautomatico marca beretta calibro 12 con canna mozzata, lubrificata e nascosta in contrada “Maresca” di Carovigno da alcuni degli arrestati. L’arma, proveniva da un furto commesso a Laterza, in provincia di Taranto, nel febbraio del 2016;
– documentare un florido spaccio di sostanze stupefacenti nei Comuni di Carovigno e San Vito dei Normanni;
– sequestrare complessivamente 2 chilogrammi di marijuana e varie dosi di cocaina chiamata dagli indagati “pupi”;
– contestare altresì la commissione di furti in appartamento, nonché l’indebito utilizzo di strumenti di credito per procacciarsi il denaro necessario all’approvvigionamento di stupefacente. Ad esempio uno degli arrestati ha commesso un furto nell’abitazione di una signora di Carovigno dopo aver rotto la finestra della sua abitazione, asportando una fede in oro, varie medaglie e due Bancocard con relativo codice PIN, utilizzando indebitamente quest’ultime per effettuare prelievi in contante dagli sportelli di un istituto di credito sempre di Carovigno per un importo pari a 1000€, nonché pagamenti POS presso vari esercizi commerciali per un importo pari a 1.469,26€.
Nel contesto dell’operazione, sono state altresì eseguite ulteriori 10 perquisizioni domiciliari nei confronti di altrettanti indagati non colpiti dalla presente misura.
Riguardo allo stupefacente spacciato, si tratta di cocaina venduta a 100€ al grammo, di hashish e di marijuana venduta al prezzo di 10€ la dose. Per la conduzione dell’illecita attività di spaccio, il gruppo si è avvalso anche di un minorenne, ora divenuto maggiorenne e sottoposto agli arresti domiciliari, al quale è stato ceduto in varie circostanze documentate lo stupefacente affinché lo spacciasse.
Importante il ruolo di una madre, colpita da provvedimento cautelare agli arresti domiciliari, nel coadiuvare attivamente le illecite attività del figlio destinatario di provvedimento in carcere. La donna ha provveduto ad incassare e nascondere i proventi dell’illecita attività, nonché a recuperare i crediti derivanti dalle cessioni di stupefacente e ad avvisare il figlio della presenza delle forze dell’ordine nei pressi della sua abitazione.