E’ bagarre però, in aula: la maggioranza del sindaco Massimo Lanzilotti vota si al documento; l’opposizione, invece, contesta il mancato rispetto dei 20 giorni per analizzare la documentazione contabile, ed abbandona il consiglio.
Approvata la delibera per il piano di rientro del comune di Carovigno dopo l’accertamento –secondo l’amministrazione- di un debito di 9 milioni di euro. E’ bagarre però, in aula: la maggioranza del sindaco Massimo Lanzilotti vota si al documento; l’opposizione, invece, contesta il mancato rispetto dei 20 giorni per analizzare la documentazione contabile, ed abbandona il consiglio.
I cinque rappresentanti dell’opposizione, Salvatore Ancora (Movimento Cinque Stelle), Vittorio Zizza e Antonio Pagliara (che ieri hanno ufficializzato la costituzione del gruppo Lega), Vincenzo Franceschino e Antonella Annicchiarico (Carovigno Nuova), prima di lasciare l’aula sottopongono all’attenzione del consiglio una mozione in cui chiedono il rinvio del consiglio. L’ istanza è stata respinta.
Nel suo intervento, poi, il sindaco ha elencato gli atti che avrebbero portato a questa situazione di difficoltà economica per le casse del comune. «Oserei definire quello di ieri “Il Consiglio comunale”, perché abbiamo portato all’approvazione un rendiconto per 9 milioni di euro di disavanzo. Non potendo ripianare, come previsto dalla legge nei prossimi tre anni, abbiamo avviato le procedure per un piano di riequilibrio pluriennale.
E’ l’unica strada-attacca Lanzilotti – per uscire questo pantano che ho ereditato, e scongiurare l’eventuale dissesto». Ora entro cinque giorni l’amministrazione dovrà trasmettere il lavoro di analisi della documentazione contabile, al ministero dell’Interno ed alla Corte dei Conti. Entro tre mesi, invece, il comune di Carovigno dovrà scrivere il piano di riequilibrio pluriennale, della durata di 15 anni.
«Si partirà con un lotta serrata all’evasione, faremo sentire il nostro fiato addosso, a chi per anni ha fatto il furbo. A ciò –spiega il sindaco- si aggiungerà una razionalizzazione delle spese, anche alle società partecipate ed a tutti gli uffici, e alla vendita del patrimonio immobiliare in disuso». Lanzilotti interviene anche sulle critiche giunte dall’opposizione.
«E’ una protesta legittima: non abbiamo rispettato i termini della consegna, perché c’era la diffida del Prefetto, che imponeva l’approvazione del rendiconto. Avrei preferito, data l’importanza dell’argomento, la loro presenza in aula. Hanno scelto di ricorrere alla magistratura. Staremo a vedere. Per me è stata un’occasione persa». I rappresentanti dell’opposizione, nella loro mozione respinta, infatti, hanno annunciato un possibile ricorso alle autorità competenti. «Eccependo l’illegittimità di ogni vostro provvedimento per evidenti violazioni di legge, anticipiamo fin da ora l’adozione di ogni ulteriore atto finalizzato a ripristinare l’ordinaria e legittima procedura di legge in materia».